Una Roma mista e metafisica, contemporanea ma eternamente sospesa fra passato e futuro, � la vera protagonista, non l’ambientazione, di questa raccolta. Nove racconti, alcuni di respiro romanzesco, in cui riconosciamo una citt� contraddittoria che ridefinisce sempre se stessa, trasformandosi di generazione in generazione in un amalgama, in un viavai ibrido di stranieri e romani che si sentono comunque sempre tutti fuori posto. Segnati da un ambiente al contempo ospitale e ostile, i personaggi che abitano questi racconti vivono momenti di epifania ma anche violente battute di arresto. Cos� Il confine descrive le vacanze di una famiglia in una casa della bella campagna romana, ma la voce narrante � quella della figlia del custode che un tempo faceva il venditore di fiori in citt� e nasconde una ferita. Ne Le feste di P. un uomo rievoca le animate serate nell’accogliente casa di un’amica che non c’� pi�. La scalinata, una storia corale di quartiere, raduna sei personaggi, diversissimi per origine e appartenenza, attorno a un ritrovo comune, un saliscendi continuo di vita nel centro di Roma. Nella Processione una coppia cerca invano in citt� consolazione e sollievo per un episodio del passato che ha segnato tragicamente le loro vite. In Dante Alighieri il poeta affiora rigoroso e a suo modo inedito nella vita di una donna americana trasferitasi in Italia, tra memorie del passato e inadeguatezze del presente, finch� incipit vita nova. L’andamento della scrittura � riconducibile agli autori italiani del Novecento che Jhumpa Lahiri conosce e profondamente ama, a partire da Moravia che riecheggia nel titolo. Ma i temi di questo libro, il quinto che l’autrice scrive direttamente in italiano, sono tutti suoi: lo sradicamento, lo spaesamento, la ricerca di un’identit� e di una casa, il sentimento di essere stranieri e soli ma, proprio per questo, in lotta e vitali.
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